RESISTENZA DI MARATEA E OTTOCENTO
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MARATEA. L'EREDITA' DEL SARACENO
I FRANCESI

Dopo la proclamazione di Giuseppe Bonaparte a re di Napoli, avvenuta il 30 marzo 1806, bande di truppe legittimiste opposero una disorganizzata ma coraggiosa resistenza all’avanzata napoleonica nel Regno di Napoli.
Dopo lo spaventoso massacro di Lauria dell’agosto 1806, nel dicembre dello stesso Maratea subì l’assedio portato avanti dal generale Jean Maximilien Lamarque, che con 4.000 uomini e quattro cannoni si presentò alle porte del «Castello», in quel tempo difeso dal colonnello marateota Alessandro Mandarini.
Alessandro Mandarini

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L'ASSEDIO E LA BATTAGLIA
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FINE DI MARATEA SUPERIOR
Se Mandarini ottenne la salvezza della città e degli abitanti, nulla poté contro la pretesa dei francesi di abbattere mura e torri del « Castello »: la cosiddetta Maratea Superiore, mutilata delle sue fortificazioni artificiali, si spopolò rapidamente, e già nel 1808 l’antica città venne degradata a frazione del «Borgo», da allora unico capoluogo comunale.
Nello stesso periodo Maratea acquisì anche il territorio disabitato di Castrocucco, grazie alle leggi d’eversione dalla feudalità portate avanti dai francesi.
Il duro colpo subito dall’assedio francese non intaccò di molto le fortune commerciali di Maratea: fino all’Unità la città fu un importante scalo marittimo, nonché produttore di vino, olio e lana.
IL RISORGIMENTO
Nel 1820 si diffusero le vendite carbonare, tra cui si ricorda quella del 17 agosto avvenuta alla presenza del parroco D’Alitto, in cui i rivoluzionari marateoti giurarono fedeltà alla costituzione nazionale.
Il 4 luglio 1848 il rivoluzionario Costabile Carducci fu costretto a uno sbarco di fortuna sulla spiaggia del Porticello di Acquafredda, bloccato da una tempesta che gli impediva di proseguire il suo viaggio verso il Cilento. Scoperto da sicari filo-borbonici venuti dalla vicina Sapri, fu catturato, torturato e ucciso nello stesso giorno, lungo il sentiero che sale nelle montagne dietro la frazione.
Raffaele Ginnari, compagno del Carducci, nel 1860 promosse la costituzione di un comitato insurrezionale per l’unificazione dell’Italia anche a Maratea. La stessa città fornì quattro uomini all’Esercito Meridionale di Giuseppe Garibaldi, che il 3 settembre aveva attraversato in barca la costa marateota.